Mission

Dalla nostra passione per i migliori amici dell’uomo è nata l’idea di costituire CIAC, associazione sportiva dilettantistica con lo scopo di promuovere una corretta cultura cinofila basata sul rispetto e la relazione con il nostro amico a 4 zampe.

Il nostro obiettivo è il benessere del cane nel rispetto della sua individualità e delle sue esigenze e conseguentemente il miglioramento della relazione con il proprietario.

Crediamo che tutti i comportamenti emessi (sia umani che animali) siano dettati da un’emozione, che sia gioia, timore, paura, tristezza, sicurezza, e che questa emozione si esprima attraverso specifiche posture corporali e specifici comportamenti.

Per modificare i comportamenti ritenuti scorretti o invalidanti è necessario cambiare le emozioni e le convinzioni che li innescano.

Un cane sereno ed equilibrato si nutre sostanzialmente di emozioni positive, e lo scopo di un buon educatore è proprio quello di “accendere” queste emozioni nella vita quotidiana, nelle attività che gli verranno proposte e nelle situazioni di relazione ed interazione con le persone e l’ambiente in genere.

Il cane è uno scrigno di emozioni, molto più di quanto siamo soliti immaginare… aprirlo è un po’ come riscoprire le nostre ed è un bellissimo viaggio che vorremmo condividere con voi!

Ci avvaliamo di metodologie basate su un approccio cognitivo-zooantropologico, dove relazione, complicità, educazione e rispetto reciproco sono tra gli ingredienti basilari.

L’approccio cognitivo zooantropologico considera il comportamento animale come l’espressione del suo stato mentale, cioè come il risultato di un ragionamento. Ammettere che il cane abbia una mente ed una propria intelligenza vuol dire ammettere che abbia la facoltà di riflettere, fare esperienze, ricordare e proiettarsi nel futuro; insomma che sia in grado di immagazzinare informazioni, elaborarle utilizzando le proprie capacità ed emettere una risposta adeguata.

Riconoscere l”alterità animale” cioè vedere il cane con la sua identità e con un bagaglio di emozioni, abilità e conoscenze che lo rendono il nostro referente nella relazione uomo-cane significa smettere di considerare l’animale come strumento da lavoro (zootecnia) o come surrogato di rapporti sociali insufficienti e considerarlo partner di una relazione paritaria

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